Da consuetudine non siamo mancati alla 20a edizione del Monte-Carlo Historique 2017, l’ambientazione dei rally veri, quelli di un tempo, ruote di scorta su portapacchi, fari supplementari, livree degli sponsor dell’epoca, furgoni delle assistenze a bordo strada, taniche di benzina ed improvvisati meccanici, corsa contro il tempo per timbrare ai c.o. in orario, nel rispetto dei limiti di velocità del codice stradale francese fra ‘radar’ e Gendarmerie sempre in agguato a verbalizzare le eventuali infrazioni, alla terza si è persino esclusi dalla gara.
Mentre aspettavamo con una baguette francese imbottita di formaggi tipici in una mano e nell’altra una bottiglietta di Evian, un’arzilla signora portava a passeggio il proprio cavallo al guinzaglio come un cagnolino ed un gruppetto di muli a bordo strada incuriositi ci teneva d’occhio. Siamo poi saliti sul col de Rousset con lo sguardo puntato sui numerosi tornanti sottostanti a scorgere l’auto in arrivo cercando di riconoscere il modello, anche dal rombo, che risuonando sordo e cupo nella vallata disturbava la quiete degli avvoltoi mentre planavano nel cielo invernale sulle falesie del Vercors. Le assistenze pronte a montare gomme chiodate per affrontare la ‘zone de regularitè’ 5, nella prima metà con fondo asciutto sul col de Carri e nella seconda attraversando il col de l’Echarasson innevato e ghiacciato.
Giunti a Saint Nazaire en Royans ci aspettavamo di trovare parcheggiate molte auto nel piazzale della base nautica in attesa di timbrare il controllo orario, con stupore vuoto se non con solo un paio d’auto, probabilmente gli organizzatori rispetto all’anno precedente, con fondo completamente asciutto, hanno pensato di accorciare il tempo del settore, costringendo i piloti a timbrare al limite dell’orario loro imposto.
L’arrivo di tappa a Valence è sempre caloroso, con molto pubblico, maxischermo che trasmette in diretta l’arrivo con intervista all’equipaggio, gazebo espositivi, auto dei club esposte, ed ospitality per i piloti con buffet di prodotti locali e freschissime ostriche servite dal simpatico Florian. Un momento di relax per i piloti in attesa della navetta per i rispettivi hotel.
Durante i nostri tanti anni di Monte abbiamo sempre sentito parlare dell’accoglienza riservata ai piloti ad Antraigues sur Volane, a fine prova. Per un motivo o per l’altro non siamo mai riusciti ad andarci, quest’anno però ce lo siamo imposto, e n’è valsa la pena!
Arrivati ad Antraigues a presidiare la stretta strada è la Gendarmerie, le auto da gara in sosta in fila costringono il transito a senso unico alternato, i piloti non si vedono, sono all’interno de ‘La Remise’ a gustare le deliziose ‘tarte aux pommes’, crostatine di mele, sfornate calde, nella tradizionale tappa immancabile del rally.
Abbiamo conosciuto il padrone di casa Yves Jouanny che ci ha raccontato: ”Tutto ha avuto inizio una sera del 1973 quando il celebre pilota Jean Claude Andruet è entrato nel nostro ristorante. Ho poi avuto anche l’onore di fargli da copilota in qualche gara, anche all’attore Trintignan e qualche rally da pilota l’ho corso anch’io”.
“Da allora il ristorante è stato meta di cene di piloti e staff tecnici, durante le ricognizioni del rally, anche il team Lancia con Fiorio, Biasion è mio amico! e tutti apprezzavano il dolce della casa: la torta di mele. Molti piloti si fermarono da noi ed è nata una grande amicizia, durante la gara li salutavamo donandogli un pezzo di torta ed anno dopo anno la sosta è divenuta una tradizione”.
Il ristorante nel 2014 ha chiuso ed Yves lo ha fatto diventare un museo del Monte-Carlo, già sull’esterno una grande parete con foto e autografi, all’interno articoli di giornale e fotografie appesi alle pareti, locandine, placche di gara, vetrinette colme di gadget e dietro al bancone un grande tabellone zeppo di adesivi, tutto legato al rally ed in bella vista il regalo di Sebastien Loeb: la sua tuta da gara.
Yves, molto simpatico accoglie tutti come vecchi amici: “Per me, che sia il mondiale o lo storico, è il Monte-Carlo, dunque la festa!” e lo trasmette ai presenti. Un pezzo di storia.
Dalla partenza asciutta del mitico Burzet siamo saliti a Lachamp Raphael sperando di trovare un fondo innevato a godere di qualche traverso, la neve c’era, ma solo a bordo strada, ad intorpidirci i piedi, nebbiolina, pioggia ghiacciata, vento gelido e niente traversi, solo qualche dritto con rapida inversione per nota errata di navigatore poco attento.
Qualche nome celebre di questa edizione: Rauno Aaltonen ha festeggiato il cinquantesimo anniversario dalla sua vittoria con la Mini Cooper S con lo stesso numero 177 di gara, Daniel Elena n. 47 su Golf GTI, il mitico immancabile Jean Ragnotti su Renault 8 Gordini n.8 e Jurgen Barth con l’ingegnere copilota Roland Kussmaul con la stessa Porsche 924 turbo n. 27 con cui partecipò nel 1980, ad un’inizio prova ci ha fatto una confidenza: “…preferisco i rally, la regolarità non fa per me!”
Fra i molti italiani partecipanti anche il pluricampione rally storici Luigi Zampaglione navigato da luca Beltrame su Porsche 911 2.0 del 1965, al suo sesto Historique: “L’ultimo nel 2014 l’ho fatto con una 356 del ’53 con parecchia neve, questo praticamente asciutto con le solite insidiose placche di ghiaccio nascoste, una scelta di gomme sbagliate, probabilmente cristallizzate, ci hanno fatto fare un dritto ammaccando l’anteriore, ma nulla di grave, ci siamo divertiti e siamo giunti al termine, rimontando anche parecchie posizioni nelle ultime prove, quelle di notte, sul ‘Turinì’, dove l’esperienza rallystica ci ha aiutato…”
Il 2018 è già in programma!
Rombi d’epoca 11.02.2017